I polacchi non sono oche, ma l’oca arrosto è un classico della cucina tradizionale polacca…

I polacchi non sono oche, ma l’oca arrosto è un classico della cucina tradizionale polacca…

“I polacchi non sono oche, hanno la loro lingua” è una delle citazioni più famose di Mikołaj Rej, celebre poeta del rinascimento polacco. Al di fuori della poesia, l’oca è un punto di riferimento importante anche per la cucina tradizionale polacca, in particolar modo per il Giorno dell’Indipendenza Nazionale che si celebra l’11 novembre. 

E già da anni che non riesco a immaginare l’11 novembre senza l’oca arrosto. Forse perché mio padre racconta che, subito dopo la guerra, da giovanissimo ed ex partigiano, si trovò, insieme a un compagno partigiano, invitato a cena a casa di una signora anziana e molto distinta che servì l’oca arrosto e spiegò che l’11 novembre che è la Festa dell’Indipendenza, in Polonia si serviva tradizionalmente l’oca.

Partiamo dall’origine di questa usanza: la festa dui San Martino cade l’11 novembre e cioè il giorno di sepoltura del Santo. San Martino fu un soldato romano convertito che, secondo la leggenda, non volle accettare la consacrazione papale a vescovo di Tours e, per evitare la carica, dovette nascondersi in un pollaio pieno di oche che però lo tradirono starnazzando. Servire l’oca arrosto il giorno di San Martino è una tradizione diffusa non solo in Polonia, ma anche in Svezia, Danimarca, Svizzera e Germania, in Italia nella regione Friuli, in Veneto, Lombardia e Romagna, e in Francia in Alsazia.

Novembre è il periodo ideale per l’oca, perché in questo periodo è più saporita.

Arrostire l’oca è un’arte difficile che richiede soprattutto pazienza, le giuste spezie e un approccio rispettoso. L’oca non è adatta per una cena veloce. Per primo, l’acquisto di un’oca deve essere pianificato, a cominciare dall’ordinazione fatta con il giusto anticipo presso il negozio di vostra scelta. Non contate di poter acquistare un’oca così, all’improvviso. Per secondo, alla cottura dell’oca è necessario dedicare almeno sette ore. Per terzo, l’oca deve essere servita con contorni che ne esaltino il sapore: patate arrosto, mele arrosto o marmellata di mirtilli rossi, Il suo sapore sarà sicuramente esaltato da un buon vino rosso, piuttosto ricco ed equilibrato, con tannini leggeri.

Come regina della tavola, l’oca non tollera la concorrenza, quindi non deve essere preceduta da zuppe o primi, sarebbe accettabile solo un antipasto leggero, e come dessert un piccolo dolce, preferibilmente di cioccolato oppure… un cornetto di San Martino, un altro dolce tradizionale per l’11 novembre, originario di Poznań. E’ un cornetto farcito con papavero bianco, noci, buccia di arancia, uvette.

PS. Nella foto l’oca arrosto di quest’anno. Le servono ancora altre cinque ore al forno….